Sezione "Memoria dell'Antico"
Nel Cinquecento era probabilmente visibile qualcosa in più delle architetture e dei materiali del Foro di Augusto rispetto ad oggi. Gli elementi architettonici della decorazione interna della cella del Tempio di Marte Ultore rimasero a lungo visibili e furono disegnati da architetti e artisti rinascimentali, che ne tentarono anche in alcuni casi la ricostruzione grafica.
Fondamentali quindi gli studi basati sul rilievo diretto di Baldassarre Peruzzi: l’architetto realizzò una veduta ortogonale - che è per metà prospetto frontale, e per metà sezione con vista dell’interno - con la quale è possibile apprezzare sia l’ordine esterno che quello che decorava l’interno della cella, del quale sono documetati il capitello e la base di colonna. Significativo il seguito di trattatisti che si rifaranno a lui, introducendo elementi di fantasia o, al contrario, osservazioni di notevole interesse come nel caso di Andrea Palladio.
I resti ancora visibili del Tempio di Marte Ultore e dell’alto muro di recinzione a cui questo si addossa, diedero l’occasione a studiosi e architetti di formulare ipotesi sulla pianta e sull’aspetto del complesso. Alcune di esse tuttavia, alla luce dei dati emersi dagli scavi novecenteschi e giubilari, si sono in seguito rivelate opere di fantasia.