Le esedre
Il possente ordine di passaggio dai portici alle esedre di fatto scherma l’interno delle esedre e forse l’ingresso, a queste lo possiamo immaginare, sottoposto a controllo nel caso si stiano svolgendo udienze.
Il primo dei registri che componevano le esedre del Foro presenta nicchie un pò più strette rispetto a quelle dei portici, poichè si adattano alla curvatura, che verosimilmente ospitano i maggiori cicli statuari di cui ci parlano le fonti, corredati di tituli ed elogia su tabulae affisse sotto le statue. Attraverso la titolatura dei personaggi rappresentati e il racconto delle loro gesta, delle loro opere positive per la grandezza di Roma, si realizzava di fatto un vero e proprio piano di comunicazione della propaganda augustea.
Nella nicchia centrale dell’esedra settentrionale immaginiamo il gruppo scultoreo di Enea che fugge da Troia ponendo in salvo i Penati, il padre Anchise e il figlioletto Ascanio: il fondamento della gens Iulia. Nelle nicchie laterali figuravano anche i re di Albalonga, a rappresentare le origini di Roma, mentre nell’esedra meridionale era collocato Romolo, cui Augusto si ispira quale nuovo fondatore della città e del suo impero, ma raffigurato come eroe vittorioso che trasporta le armi dei nemici sconfitti. Ai lati di Romolo ben figurano i summi viri, coloro che “hanno fatto” la grandezza di Roma sotto vari punti di vista, militare e civile, secondo l’ideologia del principato augusteo.
Foro di Augusto, Portici ed Esedre