Scavare in archivio. La documentazione grafica e fotografica delle demolizioni nelle raccolte della Sovrintendenza Capitolina

Immagine: 
Angela Maria D’Amelio e Maurizio Ficari Paola Chini
21/02/2023
Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali,
sala polifunzionale al III piano

Appuntamento nell'ambito del ciclo I Martedì da Traiano 

Scavare in archivio. La documentazione grafica e fotografica delle demolizioni nelle raccolte della Sovrintendenza Capitolina (Museo di Roma e Archivio Storico Disegni).
Tra le opere più significative conservate presso il Museo di Roma, ci sono migliaia fotografie – con relativi negativi su lastre in vetro – e centinaia di dipinti e disegni a documentazione delle trasformazioni urbanistiche che, dal 1924 al 1943, interessarono le zone centrali di Roma con imponenti scavi archeologici e demolizioni, volti all’isolamento dei monumenti antichi e alla realizzazione di grandi strade di scorrimento, che modificarono in modo significativo la secolare immagine della città pontificia: l’area dei Fori Imperiali con l’apertura di via dell’Impero, la realizzazione della via del Mare e di Corso del Rinascimento, i lavori nella zona dell’Augusteo, la sistemazione dell’Area Sacra di largo Argentina, l’ampliamento di via delle Botteghe Oscure, la demolizione dei Borghi, per far spazio alla nuova via della Conciliazione, gli scavi e i rinvenimenti nei vari rioni e quartieri.
Le fotografie, nell’ambito di un’articolata strategia di comunicazione di ciò che stava avvenendo, furono commissionate dalla Ripartizione X Antichità e Belle Arti del Governatorato di Roma a vari professionisti (Filippo Reale, Michele Valentino Calderisi, Cesare Faraglia, la Ditta Vasari, Romualdo Moscioni… ) e trasferite, nel 1952, nella nuova sede del Museo di Roma a palazzo Braschi, dove erano già arrivate tutte le opere conservate nel dismesso Pastificio Pantanella in via Bocca della Verità, prima sede del Museo, costituito nel 1930 da Antonio Muñoz, direttore della suddetta Ripartizione e tra i maggiori protagonisti della politica culturale del regime (il cui archivio personale è conservato al Museo di Roma, acquisito dalla vedova nel 1962), con l’intento di raccontare la storia di una città che andava rapidamente scomparendo. Parallelamente alla documentazione fotografica, egli inizia ad acquisire dipinti, disegni e acquerelli da tutti quegli artisti (Maria Barosso, Vito Lombardi, Odoardo Ferretti, Lucia Hoffmann, Carlo Dottarelli, Orfeo Tamburi, Lucilio Eforo Cartocci, Giuseppe Fammilume… ) che si erano dedicati alla raffigurazione cittadina prima e durante i lavori di trasformazione perché, a distanza di cinquant’anni dalle celebri vedute di Ettore Roesler Franz, il quale aveva ritratto i luoghi cancellati dal Piano Regolatore del 1881, si era ancora convinti che soltanto le immagini ‘artistiche’ potessero trasmettere un ricordo emotivo dei luoghi che andavano scomparendo.
Tale consistente ed eterogenea produzione figurativa, proponendo molteplici possibilità di lettura, assume dunque un considerevole valore per tutti gli studiosi che intendono indagare il rapporto tra conservazione e trasformazione del pluriennale e articolato tessuto urbano.

Maurizio Ficari si è formato presso l’Università degli Studi la Sapienza di Roma, dove ha conseguito la Laurea, il diploma di Scuola di Specializzazione e il Dottorato di Ricerca in Storia dell’Arte. Nel corso delle sue ricerche ha principalmente trattato i temi delle botteghe di marmorari romani, della scultura architettonica del Quattrocento e dell’architettura cistercense in Abruzzo. Attualmente riveste il ruolo di responsabile delle collezioni fotografiche del Museo di Roma a Palazzo Braschi.

Angela Maria D'Amelio si è laureata in Lettere e Filosofia e specializzata in Storia dell'arte moderna, presso la Sapienza Università di Roma. Entrata, nell'ottobre del 2002, nell'organico della Sovrintendenza Capitolina svolge la sua attività come curatore storico dell'arte presso il Museo di Roma-Palazzo Braschi, dove è responsabile dell'ufficio del Catalogo e del Gabinetto dei disegni e delle stampe. I suoi ambiti di ricerca si rivolgono allo studio del disegno e della grafica dal Settecento al Novecento, con particolare attenzione alla produzione ritrattistica e caricaturale.

Paola Chini, Curatore Archeologo della Sovrintendenza Capitolina, dove è responsabile del Municipio VII (ex X), di un tratto delle Mura Aureliane e  dell’Archivio Storico Disegni e Videoteca, del quale ha curato il riordino, la catalogazione e l’informatizzazione. E’ laureata in Archeologia e Storia dell’arte presso Sapienza Università di Roma, dove ha conseguito anche la specializzazione in Topografia Archeologica. E’ specializzata in Archivistica presso la Scuola Vaticana di Paleografia Diplomatica e Archivistica e presso l’Archivio Centrale di Stato di Roma. E’ autrice di diversi contributi su monumenti della Sovrintendenza Capitolina e sul materiale archivistico. Ha partecipato a convegni e mostre curando lo studio e la pubblicazione di disegni di mosaici e di affreschi rinvenuti a Roma nel corso di scavi archeologici eseguiti tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900.

Alla conferenza segue una visita alla mostra 1932, l’elefante e il colle perduto

La conferenza viene registrata e messa online sulla pagina FB dei Mercati di Traiano la settimana successiva

Informazioni

Luogo
Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali
, sala polifunzionale al III piano
Orario

Martedì 21 febbraio 2023 ore 15.30, durata 90' (1h conferenza + 30' visita alla mostra)

Biglietto d'ingresso

Partecipazione con il biglietto d'ingresso secondo tariffazione vigente

Informazioni

Prenotazione obbligatoria allo 060608 (tutti i giorni 9.00-19.00)
Massimo 30 partecipanti

Tipo
Evento|Convegno
Prenotazione obbligatoria: Sì
20220408
1010561
M. BAROSSO, «Elefante preistorico fra sabbie marine rinvenuto per lo scavo per la Via dei Colli (Via dell’Impero). Impressione dal vero», matita e acquerello su carta (24 maggio 1932) Museo di Roma, Gabinetto delle Stampe, MR 2497 (© Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali - Museo di Roma)
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