Civis Civitas Civilitas
Mostra temporaneamente sospesa.
La cultura romana si è radicata nei territori conquistati militarmente attraverso il modello di vita urbano, che si esprime negli edifici che qualificano la città come tale. PROROGATA FINO AL 22 NOVEMBRE 2020.
La mostra intende descrivere questo processo affiancando edifici dalle funzioni analoghe distribuiti nelle città dell’impero. Una mostra dedicata alla relazione fra città, cittadinanza e civiltà nel mondo romano, descritta attraverso i plastici delle architetture antiche
Per l’occasione è stata realizzata una guida breve edita da De Luca editori d’Arte ed è prevista la pubblicazione dell'atlante fotografico dei plastici dopo il loro restauro, edita da L’Erma di Bretschneider.
Il progetto espositivo documenta il carattere prettamente urbano della cultura classica. La condivisione degli spazi, degli edifici e delle leggi costituisce la civitas, il fulcro della civiltà romana. La mostra è quindi un viaggio negli spazi e negli edifici delle città dell’Impero, rappresentati nei plastici in gesso del Museo della Civiltà Romana, in gran parte realizzati da Italo Gismondi per la Mostra Augustea della Romanità del 1937. I modelli raffigurano in parte lo stato di fatto dei monumenti negli anni Trenta del Novecento, in parte le loro ricostruzioni: all’intrinseco valore scientifico aggiungono pertanto anche il valore di documentazione di monumenti trasformati o scomparsi, soprattutto nei territori teatro di eventi bellici.
La mostra si presenta come un evento dal carattere dinamico: l’inaugurazione del 20 dicembre aprirà infatti solo la prima sezione della mostra, allestita nella Grande Aula e sui matronei del Museo dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano e costituita da 58 plastici e da 6 calchi di sculture rappresentanti famosi personaggi del mondo romano; nel 2020 saranno inaugurate le sezioni successive, allestite lungo il percorso esterno dei Mercati di Traiano, lungo la via Biberatica.
Per tutta la sua durata, la mostra sarà corredata da eventi e da iniziative culturali e didattiche; nell’ideazione e realizzazione delle attività didattiche, indirizzate a tutti secondo i criteri dell’accessibilità e dell’integrazione, saranno coinvolti i tirocinanti e i volontari dei progetti del Servizio Nazionale Civile che prestano servizio nel Museo dei Fori Imperiali.
Dal 29 giugno apre la seconda sezione della mostra, l’immagine della vita della Civitas nell’impero romano, raccontata attraverso i plastici delle architetture antiche, viene completata dalle sezioni dedicate alle infrastrutture con 30 nuove opere relative a ponti, acquedotti e mercati.
Un nuovo nucleo di modelli, costituito da 24 plastici, 5 rilievi e un ritratto. Con queste nuove opere l’immagine della Civitas si completa con le infrastrutture legate alla mobilità (ponti), all’acqua (acquedotti e sistemi di accumulo e distribuzione), al commercio (mercati).
L’infrastrutturazione del territorio costituisce il tessuto connettivo che permette alle città di alimentarsi di cibo e acqua, di scambiare merci, di mantenere stretto contatto con l’amministrazione centrale.
Ponti e acquedotti romani, spesso rimasti in uso o recuperati in età postantica, sono un vero landmark della penetrazione della cultura romana e compaiono in territori anche molto lontani e periferici rispetto alle vie di comunicazione più note. Il plastico del Pont du Gard, il celebre acquedotto che riforniva di acqua la città di Nemausus (Nîmes) apre questa sezione presieduta dal ritratto di Nerva. Una voce narrante accompagna il visitatore con un brano del De Aquaeductu di Frontino, l’architetto nominato curator aquarum da Nerva nel 95.
I mercati nella città romana sono una vera e propria infrastruttura economica: ampi spazi con tabernae distribuite lungo il perimetro e zone coperte con fontane e vasche per la pulizia delle merci; i plastici dei mercati di Leptis Magna e di Timgad rappresentano questa tipologia. In questa sala una voce narrante recita un testo di Plauto e vivaci rilievi con raffigurazione di botteghe di macelleria, frutteria e vineria. illustrano la vita quotidiana nei luoghi del commercio.
Arrivano in mostra anche modelli, di cui è stato completato il restauro, pertinenti alle sezioni già in esposizione da dicembre. Fra questi lo spettacolare plastico del santuario di Baalbek.
Mentre il monumentale modello del ponte di Rimini, in scala 1:20, ancora in restauro, sarà l’ultima opera a arrivare in esposizione.
IL PERCORSO ESPOSITIVO COMPLETO
Il progetto espositivo documenta il carattere prettamente urbano della cultura classica. La condivisione degli spazi, degli edifici e delle leggi costituisce la civitas, il fulcro della civiltà romana. La mostra è quindi un viaggio negli spazi e negli edifici delle città dell’Impero, rappresentati nei plastici in gesso del Museo della Civiltà Romana, in gran parte realizzati da Italo Gismondi per la Mostra Augustea della Romanità del 1937. I modelli raffigurano in parte lo stato di fatto dei monumenti negli anni Trenta del Novecento, in parte le loro ricostruzioni: all’intrinseco valore scientifico aggiungono pertanto anche il valore di documentazione di monumenti trasformati o scomparsi, soprattutto nei territori teatro di eventi bellici.
La mostra, nel suo complesso, sviluppa sette macrotemi, tutti rappresentati dai plastici posizionati nella Grande Aula già per l’apertura del 20 dicembre, e poi declinati in una serie di temi specifici: gli spazi pubblici (indicati da fori, curie, capitolia e templi); l’acqua nel decoro della città (fontane, ninfei e terme); lo spettacolo (teatri e anfiteatri); il trionfo, l’onore e il passaggio (archi trionfali e onorari, porte urbiche); il commercio (mercati); la memoria individuale, familiare e dello Stato (sepolcri e monumenti); le infrastrutture (ponti, acquedotti, cisterne, castelli di distribuzione dell’acqua).
Spiccano, per le proporzioni e per l’accuratezza della resa, i plastici del Foro di Augusto, che apre la mostra e che per la sua efficacia comunicativa è stato spostato dalla sala sul matroneo a monte al vano centrale della Grande Aula, del Foro di Pompei con gli edifici annessi, della scena del teatro di Sabratha in Libia, delle Terme di Treviri in Germania e della Porta detta di Sant’Andrea ad Autun, in Francia.
La narrazione del percorso è scandita da testi antichi pertinenti ai singoli temi e pronunciati dalle voci narranti degli stessi autori o dei loro destinatari, rappresentati da calchi di statue o ritratti del Museo della Civiltà Romana: fra questi risulta particolarmente vivace l’ambientazione delle terme descritta da Seneca in una lettera a un amico.
“Nell’antichità i valori che danno il senso della comunità, della condivisione, dell’appartenenza si rigenerano attraverso la riproposizione delle tipologie edilizie destinate alle funzioni della vita pubblica, alla esaltazione dei meriti individuali e alla perpetuazione della memoria familiare. In occasione della fondazione di nuove città o della trasformazione degli insediamenti più antichi era sempre adottato il medesimo impianto ortogonale e le singole tipologie di edifici rispondevano per lo più a forme architettoniche prestabilite, che dipendevano da una costruzione della città di Roma, considerata come il modello da riproporre” (dall’introduzione nella guida breve).
Le tipologie monumentali individuate sono pertanto significative del concetto di identità romana espresso con immediatezza e forza dall’architettura che costituiva il “segno” nel paesaggio dell’espansione di Roma.
Roma appare dunque ai visitatori della mostra quale modello di comunità (civitas) quanto mai contemporaneo nella sua multiculturalità.
Informaciones
Temporaneamente sospesa per DPCM del 3 novembre
Dal 21 dicembre 2019 al 18 ottobre 2020, PROROGATA FINO AL 22 NOVEMBRE 2020.
tutti i giorni ore 9.30-19.30
24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00
1 gennaio 2020 ore 14.00-20.00
Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
Giorni di chiusura: 1 maggio e 25 dicembre
CONSULTA SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la tua visita al museo.
Consultare la pagina: Biglietti e videoguide
Ingresso gratuito al museo con la MIC card
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
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A cura di Claudio Parisi Presicce e Claudia Cecamore con la collaborazione del Museo dei Fori Imperiali e del Museo della Civiltà Romana
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