Foro di Augusto
Con ogni probabilità la vera edificazione del Foro di Augusto deve essere iniziata dopo il periodo tra il 30 e il 27 a.C., anni durante i quali Ottaviano conquistato l’Egitto ed eliminato Antonio (30 a.C.), restituisce simbolicamente la res publica al Senato e al popolo romano e somma le più alte cariche dello Stato repubblicano, cui aggiunge l’ imperium (il comando militare) per le province non sottomesse (27 a.C.), acquisisce il titolo di Augustus. Nel 23 a.C. aggiunge anche il fondamento dei tribuni repubblicani (la tribunicia potestas), saldando l’antica tradizione romana con il nuovo corso, attraverso l’ispirazione ai summi viri, gli uomini illustri che hanno “fatto” Roma.
Il Foro augusteo rientra in un vasto disegno di riorganizzazione dell’area centrale tra il Foro Romano, il Foro di Cesare e la Basilica Emilia, mentre il suo perimetro verso la Subura (attuale rione Monti) è condizionato dalla viabilità e dal condotto fognante preesistenti a monte.
Lo spazio centrale, con andamento irregolare a E, è dominato dal tempio, imponente rispetto la presunta piazza antistante e ai due stretti corridoi laterali. Per fare spazio all’Aula del Colosso al termine del portico settentrionale è stato addirittura “tagliato” l’edificio oggi conosciuto come Casa dei Cavalieri di Rodi.
I recenti scavi hanno rivelato l’esistenza di una terza esedra in corrispondenza del Foro di Traiano, eliminata per fare posto ad un edificio traianeo, e, quindi, è stata giustamente ipotizzata l’esistenza di una quarta esedra speculare, anch’essa successivamente eliminata per fare posto al Foro di Nerva.
Spazi così articolati suggeriscono diverse funzioni, così come fanno in parte le fonti storiche.
Il Foro di Augusto
Foro di Augusto, Tempio di Marte Ultore